Federico Badoni si laurea in fisica con una tesi svolta al Parco astronomico di Rocca di Papa

Al Parco astronomico “Livio Gratton” di Rocca di Papa, sede dell’Associazione Tuscolana di Astronomia (ATA), si coltivano talenti. I soci dell’ATA hanno l’opportunità di crescere culturalmente al fianco degli esperti dell’Associazione, di svolgere diverse tipologie di attività, tra cui ricerche sui corpi celesti con la strumentazione astronomica all’avanguardia dell’Osservatorio, valevoli in ambito universitario come lavori di tesi. E’ il caso del socio operativo dell’ATA Federico Badoni, che si è brillantemente laureato in fisica discutendo una tesi sulla misura del periodo di rotazione di un asteroide di fascia principale, svolta presso il Parco astronomico di Rocca di Papa sotto la supervisione del Responsabile del settore di ricerca dell’ATA Maurizio Scardella. Parliamo con Federico di questa costruttiva esperienza di studio.

Federico, complimenti per l’importante traguardo raggiunto. Ci puoi descrivere il tuo lavoro di tesi sperimentale?

Il mio lavoro di tesi sperimentale è stato la misura del periodo di rotazione di un asteroide di fascia principale. L’obiettivo era quindi misurare il tempo impiegato da un asteroide a effettuare una rotazione intorno al proprio asse, per farlo ho ricostruito la cosiddetta curva di luce asteroidale, un grafico che rappresenta la variazione della luce riflessa dalla superficie del corpo minore in funzione del tempo di osservazione. In particolare, utilizzando la strumentazione del Parco Astronomico “Livio Gratton”, ho osservato l’asteroide (1526) Mikkeli nei mesi di ottobre e novembre, raccogliendo dati fotometrici. Attraverso poi la tecnica della fotometria differenziale tramite fotometria d’apertura a disco integrato ho misurato la differenza di magnitudine strumentale tra l’asteroide e delle stelle di campo. In questo modo ho prodotto la curva di luce dell’asteroide e ricavato un periodo di rotazione di circa 3 ore. La misura che ho ricavato non era stata mai effettuata da nessuno in precedenza, solamente durante il mio periodo di tesi un astronomo svizzero ha osservato il mio stesso asteroide, ma la sua misura è stata valutata come ambigua.

Come nasce l’idea di studiare il periodo di rotazione di un asteroide?

Durante il mio percorso di studi universitari – fisica con curriculum di astrofisica – ho potuto svolgere una sola esperienza con strumentazione professionale. In più durante la triennale non è stato mai approfondito il discorso sui corpi minori del Sistema Solare. Ho perciò coniugato la voglia di approfondire un campo di ricerca che avevo solo sfiorato con l’opportunità di utilizzare la strumentazione dell’Associazione Tuscolana di Astronomia, il cui punto di forza della sezione ricerca è proprio il settore asteroidale.

Quali strumenti e software hai utilizzato e quali esperti dell’ATA ti hanno guidato nella tua attività di ricerca?

La strumentazione utilizzata consiste principalmente nel telescopio Meade LX200-ACF 14″ (350 mm di apertura, f/10) su montatura equatoriale alla tedesca e nel sensore CCD Sbig-ST8 XME. La parte di analisi dati è stata svolta utilizzando i software MaxIm DL per la calibrazione dei frame acquisiti e MPO Canopus per la fotometria differenziale e la costruzione della curva di luce. Durante il mio lavoro di tesi sono stati indispensabili i consigli del mio correlatore Maurizio Scardella, responsabile del team ricerca dell’ATA, che mi ha seguito e supervisionato il mio lavoro. Ringrazio anche Fernando Pierri per la sua disponibilità.

Quali conoscenze e competenze hai acquisito grazie all’ATA? Prima di frequentare l’osservatorio avevi avuto la possibilità di usare un telescopio?

Prima di conoscere l’ATA ho potuto fare solamente delle brevi sessioni osservative con il piccolo telescopio di mio padre. Entrando a far parte del grande gruppo dell’Associazione Tuscolana di Astronomia ho potuto in primis condividere la mia passione con altre persone, ma soprattutto ho potuto mettere le mie conoscenze accademiche a disposizione del gruppo ricerca dell’ATA, tramite il quale ho potuto utilizzare una strumentazione professionale a cui altrimenti non avrei potuto accedere.

Come valuti, nel complesso, questa esperienza di studio al fianco degli esperti dell’Associazione?

Ritengo che il lavoro di tesi che ho svolto grazie agli esperti dell’ATA sia stato profondamente costruttivo per la mia carriera. Ho svolto un lavoro inusuale per uno studente della laurea triennale perché mi sono cimentato in una misura sperimentale originale che non era mai stata affrontata prima. La presenza del team ricerca è stata determinante nella buona riuscita del mio esperimento.

Quando hai iniziato a collaborare con l’ATA e a quali attività ti sei finora dedicato?

Ad oggi è più di un anno che collaboro con l’ATA. Appena entrato ho cominciato subito a prendere parte alle attività. Data la mia grande passione per la divulgazione e data la mia voglia di parlare al pubblico ho cominciato con la divulgazione astronomica nelle scuole e con spettacoli al planetario destinati ai più piccoli. Poi dai primi mesi del 2020 ho chiesto di poter entrare nel gruppo ricerca.

Cosa ricavi dalla collaborazione con l’ATA?

L’ATA mi permette di svolgere un lavoro di approfondimento parallelo alla mia carriera accademica. Ho la possibilità di mettere in pratica ciò che studio e apprendo, e di mettere a disposizione della comunità locale le mie conoscenze. Potersi mettere in gioco rappresenta per me un continuo stimolo a dare sempre il massimo.

Sei intenzionato a proseguire le tue ricerche sui corpi celesti con il personale ATA? In quale campo di attività vorresti dare il tuo contributo?

Per prima cosa vorrei continuare a osservare l’asteroide (1526) Mikkeli, raccogliendo dati fotometrici e astrometrici per improntare un modello 3D approssimativo dell’asteroide, stampandolo infine con una stampante 3D. Sicuramente voglio approfondire il settore degli esopianeti e contribuire alla realizzazione delle curve di luce. Vorrei infine dare il massimo nella divulgazione scientifica, soprattutto tra i giovani come me. L’astronomia è affascinante e poterla approfondire è decisamente soddisfacente.

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