I luoghi dell’astronomia sui castelli romani

L’Astronomia e la Scienza sono legati indissolubilmente alla storia dei Castelli Romani, e non poteva essere diversamente in un territorio che da un lato è stato culla della stessa nascita di Roma e dall’altro è diventato sede di uno dei più importanti distretti europei della ricerca scientifica.

Vi proponiamo di seguito un percorso in 8 tappe, che inizia con il presente – ma anche il futuro! – della ricerca scientifica, rappresentato dai prestigiosi istituti di ricerca dell’area di Frascati e si richiude al “nostro” Parco Astronomico Livio Gratton, passando per quasi 500 anni di storia.

Il percorso può essere fruito in modo ottimale dividendolo in due giorni – con pernotto a Rocca di Papa o Castelgandolfo – con possibilità di visitare anche i centri storici ed altri luoghi di interesse dei Castelli Romani.

Buon viaggio!


Tappa 1 – I Centri di Ricerca di Frascati (INFN, ENEA, ESA-ESRIN)

Vista aerea dei Laboratori LNF-INFN. Sullo sfondo, Frascati e i Castelli Romani.

L’area tuscolana della ricerca, che ormai comprende anche l’area di Tor Vergata (con il CNR, l’ASI e l’Università Tor Vergata) e la sede INAF di Monte Porzio Catone, nasce storicamente a Frascati, in via Enrico Fermi.

Il primo ad essere istituito fu, nel febbraio del 1959, il Laboratorio Nazionale di Frascati dell’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dedicato allo studio dei costituenti della materia. Frascati ospita così, di fatto, il primo acceleratore ad alta energia (un fascio di elettroni urtava un bersaglio e produceva un fascio di fotoni), noto come “Sincrotrone”.

Successivamente, nel 1960, venne realizzato da ENEA (allora CNEN – Centro Nazionale Energia Nucleare, oggi l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) uno dei principali centri italiani per lo studio della fusione nucleare della superconduttività, tecnologia base per realizzare i reattori a fusione.

Infine, nel 1966, nasce l’ESRIN, uno dei sei centri dell’Agenzia Spaziale Europea, responsabile per le attività di osservazione della Terra.

Approfondisci la storia degli Enti di Ricerca dell’Area di Frascati nella Scheda n.1 dell’AstroTour dei Castelli Romani [in fase di elaborazione]


Tappa 2 – L’Osservatorio Astronomico di Monte Porzio Catone

Visuale dell’edificio principale dell’OAR, con la grande cupola oggi destinata a biblioteca

L’Osservatorio Astronomico di Monte Porzio Catone, realizzato nel 1938 quale sede distaccata dell’Osservatorio di Monte Mario a Roma, è oggi una delle sedi (denominata OAR) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’ente nazionale di eccellenza che coordina le attività nel campo dell’astronomia e dell’astrofisica nato nel 1999 per raccogliere l’eredità culturale, e anche storica, degli osservatori astronomici (fino ad allora enti indipendenti coordinati dal Ministero) e da alcuni istituti del CNR.

L’Osservatorio di Monte Porzio Catone avrebbe dovuto ospitare un grande telescopio rifrattore, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale ha posto fine al progetto.

Approfondisci la storia dell’Osservatorio Astronomico di Roma nella Scheda n.2 dell’AstroTour dei Castelli Romani [in fase di elaborazione]


Tappa 3 – Villa Mondragone (Monte Porzio Catone) e il Calendario Gregoriano

L’ingresso posteriore di Villa Mondragone, che ospita la lapide della bolla “Inter gravissimas”

Il complesso di Villa Mondragone – una della famose “ville tuscolane” sorge su una collina in posizione felicemente panoramica, rivolta verso Roma. Situata tra Frascati e Monte Porzio Catone, comune del quale fa parte, la Villa è circondata da un incantevole parco di 18 ettari .

Posta sui resti di un’antica villa romana appartenente alla famiglia dei Quintili, venne edificata tra il 1573 e il 1574 dal giovane cardinale Marco Sittico Altemps, nipote di papa Pio IV Medici, per ospitare la corte papalina di Gregorio XIII. 

Nella grande sala centrale di Villa Mondragone, c’è una lapide che ricorda la famosa bolla “Inter gravissimas” promulgata, proprio li, da Papa Gregorio XIII Boncompagni, il 24 febbraio 1582,  per la riforma del calendario che entrò in vigore il 15 ottobre dello stesso anno; calendario che ancora oggi noi usiamo e che viene chiamato, appunto, calendario gregoriano.

Approfondisci la storia del Calendario Gregoriano nella Scheda n.3 dell’AstroTour dei Castelli Romani [in fase di elaborazione]


Tappa 4 – La Meridiana di Palazzo Santovetti (Grottaferrata) e Padre Angelo Secchi

La meridiana realizzata da Padre Angelo Secchi sulla facciata Sud di Palazzo Santovetti a Grottaferrata

Palazzo Santovetti sorge a Grottaferrata all’incrocio tra Via Santovetti e Corso del Popolo. Già esistente nel Settecento, tanto che nel 1741 ospitò papa Benedetto XIV, fu modificato nelle forme attuali a partire dal 1872 con l’acquisto da parte di Antonio Santovetti, che affidò il progetto all’architetto Enrico Celso Donnini. All’interno del palazzo è notevole la cappella, affrescata da Silvestro Capparoni. Fino agli anni cinquanta le grandi cantine del palazzo, oggi di proprietà della famiglia Ranchella, hanno ospitato le rinomate Cantine Santovetti, note a livello nazionale per la produzione di vini locali di ottima qualità.

A Grofferrata, Padre Angelo Secchi – uno dei più grandi scienziati italiani e padri dell’astrofisica, assiduo frequentatore di Grottaferrata e dei Castelli Romani, dal 1850 fino alla morte – ha lasciato un suo prezioso ricordo costituito da due meridiane monumentali. La prima (Censita nel Catalogo dei Quadranti Solari) si trova alla base di Palazzo Santovetti, nella sua parte posteriore.  E’ incisa su una lastra di marmo e presenta, oltre alla linea del mezzogiorno, la caratteristica curva ad otto, la lemniscata. 

Padre Secchi realizzò a Grottaferrata anche una seconda tavola meridiana, ad uso esclusivo dei monaci, nel cortile più interno dell’Abbazia di Santa Maria, nel complesso dell’Abbazia di San Nilo.

Approfondisci la storia di Padre Angelo Secchi e i Castelli Romani nella Scheda n.4 dell’AstroTour dei Castelli Romani [in fase di elaborazione]


Tappa 5 – Museo Geofisico di Rocca di Papa

Vista del Mueso ex “Osservatorio” di Geofisica dalla Piazza della Repiubblica di Rocca di Papa

Il Museo Geofisico, situato a ridosso dell’antica Fortezza Colonna da cui domina il centro storico del paese, è allestito all’interno dell’Osservatorio geodinamico inaugurato a fine Ottocento da Michele Stefano De Rossi, che ne fu anche primo direttore. Faceva capo all’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica (R.D. 3534 del 1876 e 4636 del 1887) e passò, nel 1936, in gestione all’Istituto Nazionale di Geofisica ed è oggi ancora funzionante in particolar modo quale punto fondamentale della rete sismica e geodetica dei “Castelli Romani”. 

La tematica affrontata nell’allestimento del museo è quella che porta alla modellazione dell’interno della Terra, attraverso le osservazioni geologiche e geofisiche. 
Il visitatore sarà guidato nel percorso dai pannelli, dalle didascalie degli strumenti, da exibit d’interesse geofisico e, in particolare, dalla presenza di macchine didattiche-ludiche e da strumentazione geofisica anche funzionante.

Il museo conserva strumentazioni di diverso genere, antiche e moderne, e particolare spazio viene concesso alla simulazione degli effetti dei terremoti e all’evoluzione storica del sismografo. Proprio a questo scopo, è in funzione nel museo, che è anche sede dell’INGV, un sismografo moderno, che registra incessantemente l’attività sismica del territorio, segnalato nelle mappe della rete sismografica dal codice RDP. Per quanto concerne l’istruzione dei bambini e dei ragazzi, largo spazio viene concesso agli esperimenti, attraverso i quali i più piccoli possono apprendere le dinamiche e i fenomeni più importanti della sismologia e delle scienze terrestri.

Una sala, dedicata agli studi sismologici e a Michele Stefano De Rossi, è allestita con le strumentazioni che questi installò nel suo villino rocchigiano, e che furono fondamentali nello studio degli effetti del movimento terrestre nelle zone sismiche.

Sulla terrazza del museo è stato realizzato un murales che ricorda un evento di particolare rilievo tecnico-scientifico e che ha visto protagonista l’Osservatorio: Guglielmo Marconi, nel corso dei sui esperimenti sulle onde elettromagnetiche, riuscì a collegarsi con il suo panfilo Elettra che si spostava da Civitavecchia al Golfo degli Aranci (1932).

Al momento (Luglio 2022) il Museo è aperto solo su richiesta e prenotazione, ma è prossima la riapertura stabile al pubblico.

Approfondisci la storia del Museo di Geofisica nella Scheda n.5 dell’AstroTour dei Castelli Romani [in fase di elaborazione]


Tappa 6 – Specola Vaticana

Vista della cupola e del telescopio cosiddetto “Carte di Ciel” all’interno della Specola Vaticana

La Specola Vaticana di Castelgandolfo è l’osservatorio astronomico e centro di ricerca scientifica della Chiesa cattolica, che fa capo al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. La gestione della Specola Vaticana è affidata alla Compagnia di Gesù. Dal 18 settembre 2015 il direttore è fratel Guy Joseph Consolmagno. L’Osservatorio astronomico sostituì dal 1936 quello che si trovava in Vaticano nella Torre dei Venti e che non poteva più funzionare a causa dell’inquinamento luminoso di Roma. Fu Papa Pio XI a disporre il trasferimento della Specola nella sua residenza estiva a Castel Gandolfo.

In questo ambiente così ricco di storia fu rifondato e affidato ai Gesuiti un moderno Osservatorio dotato di tre nuovi telescopi e di un laboratorio astrofisico per analisi spettrochimiche. Tra i vari programmi di studio cui dette inizio il nuovo ente va ricordata in modo particolare un’importante ricerca sulle stelle variabili. Nel 1957 poi, con l’installazione di un telescopio a grande campo di tipo Schmidt e l’aggiunta di un moderno centro di calcolo, fu possibile estendere la ricerca a nuovi campi come lo sviluppo di nuove tecniche per la classificazione delle stelle in base ai loro spettri: ricerca ancora in atto alla Specola. 

Inoltre la Biblioteca, che consta di circa 22.000 volumi, possiede una preziosa collezione di libri antichi tra cui opere di Copernico, Galileo, Newton, Keplero, Brahe, Clavio e Secchi; accoglie anche una importante collezione di meteoriti, preziose per le informazioni che ci possono dare sui primordi del Sistema Solare.

Approfondisci la storia della Specola Vaticana nella Scheda n.6 dell’AstroTour dei Castelli Romani [in fase di elaborazione]


Tappa 7 – Museo Geopaleontologico di Velletri

Vista della facciata principale del Palazzo Comunale, che ospita anche i Musei Civici

Ad ospitare il Museo è l’imponente Palazzo Comunale alle cui vicende sono in un certo senso collegate quelle del Museo stesso. Iniziato nel 1575 da Giacomo della Porta su disegno del Vignola è impostato sui resti di un edificio romano. Colpito dai bombardamenti dell’ultima guerra, il Palazzo fu ricostruito secondo l’originario progetto. A partire dal Dicembre 2003 sono stati annessi al Museo gli spazi adiacenti dell’ala Sud-Est del seminterrato del Palazzo Comunale: alla collezione archeologica, che occupa l’ala Sud-Ovest, si è aggiunto così nella nuova ala il secondo Museo Civico dedicato alla Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani.

Una serie di ricognizioni sistematiche svolte da ricercatori dell’Università di “Tor Vergata” e recenti ritrovamenti della Soprintendenza Archeologica per il Lazio hanno aiutato a comprendere nuovi elementi del passato del territorio dei Colli Albani fino ad oggi poco rappresentati al pubblico. Tali aspetti (la formazione del Vulcano Laziale, i giacimenti fossiliferi, i cambiamenti climatici, la presenza umana nel Paleolitico medio, la nascita della complessità sociale e la formazione della città in epoca protostorica) non erano di certo sconosciuti, ma mancavano molti documenti materiali (oggetti, strutture, studi scientifici) e un’organica recensione che li comprendesse complessivamente. L’assegnazione al Museo di nuovi locali, insieme alle recenti acquisizioni paleontologiche e archeologiche, nonché a una cospicua donazione di fossili lo hanno consentito determinando nel 2005 la creazione di un nuovo percorso museale.

Approfondisci la storia del Museo Geopaleontologico di Velletri Scheda n.7 dell’AstroTour dei Castelli Romani [in fase di elaborazione]


Tappa 8 – Parco Astronomico Livio Gratton

Ed eccoci giunti, dopo aver attraversato la bellissima zona dei Pratoni del Vivaro, alla fine di questo entusiasmante viaggio nella scienza e nella storia, al Parco Astronomico Livio Gratton, dal 2001 anche la “casa” dell’Associazione Tuscolana di Astronomia.

Puoi trovare qui tutte le informazioni sul Parco Astronomico e su come venirci a trovare!