Galeotto fu il film! La storia dell’amore per gli astri di Fernando Pierri, socio operativo dell’ATA
Un film può farci sorridere, emozionare oppure può lasciare un segno più duraturo, quando fa nascere – per esempio – passioni che ci accompagnano per tutta la vita. Lo sa bene Fernando Pierri, socio operativo dell’Associazione Tuscolana di Astronomia (ATA), rimasto estasiato all’età di 8 anni dalla visione del film “The black hole” targato Walt Disney. Da allora ha cominciato a scrutare il cielo per conoscere tutti i suoi segreti, dapprima a Taranto – città nativa – con il suo telescopio rifrattore e sotto la guida del padre, e poi sui libri, sulle riviste di settore, con altri strumenti di osservazione e al fianco di gruppi di ricerca. La sua è quindi una passione per gli astri nata in giovanissima età, coltivata tuttora presso il Parco astronomico di Rocca di Papa insieme agli altri soci dell’ATA e messa al servizio della collettività.
Fernando, quali sono i ricordi più belli della tua gioventù all’insegna della scoperta del cielo?
Ricordo con grande emozione il giorno in cui nel 1997, all’età di 17 anni, ho ammirato con mio padre la cometa Hale – Bopp, caratterizzata da straordinaria luminosità, usando il mio primo telescopio rifrattore. Osservare gli oggetti celesti al telescopio è un’esperienza unica e indimenticabile, da provare. Ricordo con grande piacere anche gli anni passati a studiare fisica all’Università di Bari e la collaborazione con i gruppi di ricerca dell’Università “Federico II” di Napoli, con cui sono ancora in contatto, e con l’Associazione Astrofili di Taranto.
Quando è avvenuto l’incontro con l’Associazione Tuscolana di Astronomia?
Il primo incontro con l’ATA è avvenuto nel 2006. Mi trovavo a Roma da mio zio Francesco Simeone, socio dell’Associazione da lunga data, ed ebbi l’occasione di visitare con lui l’Osservatorio di Rocca di Papa. Nel 2014, data in cui mi sono trasferito a Roma per motivi di lavoro, mi sono invece iscritto all’Associazione. Fu proprio mio zio a regalarmi l’iscrizione conoscendo la mia grande passione per l’astronomia. La prima domanda che rivolsi al gruppo di soci operativi riuniti nella sala ricerca dell’Osservatorio e intenti a studiare gli astri fu: “Ma che meraviglia! Siete ricercatori?” e Simone Nodari, che per me è come un fratello, rispose: “Bé, si, tutto sommato siamo anche noi ricercatori”. Fu lui con il suo entusiasmo, la sua simpatia ed empatia a farmi trovare subito a mio agio e a coinvolgermi in tutte le attività. Da allora ho frequentato assiduamente l’Osservatorio, ho seguito tutti i corsi di formazione offerti dall’ATA e acquisito diverse specializzazioni.
Cosa ti piace di più dell’Associazione?
L’Associazione è un ambiente molto amichevole e stimolante: mi ha dato l’opportunità di coltivare in maniera esemplare la mia più grande passione e di conoscere persone meravigliose con cui condividerla. La considero ormai la mia famiglia, alla quale sono legato da un rapporto di gratitudine e di sincero affetto. Amo trascorrere con gli altri soci operativi non solo serate in osservatorio, ma anche in pizzeria, al cinema e in altri luoghi culturali e di intrattenimento. Siamo diventati insomma inseparabili, grandi amici e compagni di vita.
Quali attività svolgi per l’ATA in questo periodo di emergenza Coronavirus?
In questo momento, insieme agli altri soci operativi, sto curando l’organizzazione di sessioni osservative con il telescopio a controllo remoto del Parco astronomico di Rocca di Papa, previste durante gli eventi divulgativi dell’ATA del venerdì sera. Mi occupo anche di formare i soci operativi interessati a usare il telescopio remoto, non solo a fini divulgativi ma anche di osservazione e ricerca. Le lezioni si svolgono con cadenza settimanale sulla piattaforma GoToMeeting messa a disposizione dall’ATA. Inoltre, con i soci operativi Maurizio Scardella, Enrico Ventura e Samuele Piscitello, sto progettando un sistema che consenta l’osservazione degli oggetti celesti in tutta sicurezza al momento della riapertura al pubblico del Parco astronomico. Stiamo pensando a un sistema con monitor e portatile a cui collegare un dispositivo di ripresa, come una webcam, sul telescopio Orion del giardino per riprendere oggetti celesti molto luminosi da far osservare al pubblico.
Di cosa altro ti occupi?
Sono membro dello staff tecnico dell’ATA, in particolare mi occupo della manutenzione degli strumenti ottici in cupola e dei computer. Faccio inoltre parte del gruppo di ricerca, capitanato da Maurizio Scardella e focalizzato prevalentemente sullo studio di asteroidi, di comete e di esopianeti. Alcuni risultati delle nostre ricerche sono pubblicati su The Minor Planet Bullettin, prestigiosa rivista scientifica. Sono anche attivamente impegnato nel campo della fotografia astronomica e talvolta presto servizio durante gli eventi con il pubblico in qualità di operatore di telescopio.
Che progetti hai per il futuro?
Vorrei diventare divulgatore e, in particolare, tenere regolarmente conferenze sulle attività di ricerca astronomica amatoriale condotte presso l’Osservatorio, con la finalità di trasmettere al pubblico la mia passione per lo studio degli oggetti celesti. Questa attività mi consentirebbe anche di superare alcune mie timidezze nel parlare in pubblico, si presenta quindi come una vera e propria sfida.
Consigli ad altri soci di intraprendere il tuo percorso in ATA?
Sì, è un’esperienza molto bella, da provare, con cui si diventa parte della grande famiglia dell’ATA. Consiglio a tutte le persone che hanno passione o curiosità per l’astronomia e voglia di mettersi in gioco di diventare soci operativi per avere l’opportunità di crescere dal punto di vista professionale e umano, insieme a persone con la propria stessa passione.