Ecco cosa ci riserva il cielo di luglio

Crediti foto: Franco Silvestrini

Tra i protagonisti indiscussi del cielo di luglio c’è sicuramente Venere. Le condizioni di osservabilità del pianeta più luminoso rimangono costanti per tutta la stagione estiva, come spiegano gli esperti dell’Unione Astrofili Italiani (UAI) nella rubrica online “Il cielo del mese” (LINK), utile strumento per muovere i primi passi nell’osservazione astronomica. Anche a luglio vedremo Venere tramontare circa un’ora e mezza dopo il Sole: il pianeta è pertanto osservabile nella luce del crepuscolo e fino al calare dell’oscurità. Venere inizialmente si trova nella costellazione del Cancro, dal 12 luglio sarà invece visibile nel Leone.

Altri pianeti godono di buone condizioni di osservabilità. Marte, protagonista con Venere di una bella congiunzione il 13 luglio, nel corso del mese sarà sempre più basso sull’orizzonte occidentale. Il pianeta rosso lascia il 10 luglio la costellazione del Cancro per fare il suo ingresso nel Leone, come riferiscono gli esperti dell’UAI. Aumenta invece l’intervallo di tempo a disposizione per seguire lungo la volta celeste Giove, visibile già prima della mezzanotte sull’orizzonte a sud-est. Il gigante gassoso rimane per tutto il mese nella costellazione dell’Acquario, dove si sposta con moto retrogrado. Osservabile a sud-est anche Saturno, che sorge circa un’ora prima di Giove per poi culminare a sud dopo la mezzanotte. Il pianeta con gli anelli si trova nella costellazione del Capricorno. Da non perdere la congiunzione Luna – Saturno del 24 luglio e la congiunzione Luna – Giove del 25 luglio.

A spiccare nel cielo è il triangolo estivo, formato dalle stelle Vega, Altair e Deneb, delle costellazioni della Lira, dell’Aquila e del Cigno rispettivamente. Per tutta la stagione questo inconfondibile gruppo di astri si troverà ben alto sopra le nostre teste a sovrastare il cielo d’estate. Vega è, insieme ad Arturo del Bootes, la stella più brillante del cielo estivo. Abbassando lo sguardo sull’orizzonte meridionale, si potranno riconoscere le costellazioni zodiacali, come sottolineano gli esperti. Procedendo da ovest verso est, nelle prime ore della sera si farà appena in tempo a scorgere il Leone, ormai al tramonto, seguito dalla Vergine. Non particolarmente appariscente è la costellazione della Bilancia – unico oggetto inanimato tra i segni zodiacali – mentre inconfondibile è la sagoma dello Scorpione con al centro la rossa Antares. A sud – est possiamo invece riconoscere il Sagittario, la cui posizione ci indica la direzione del centro della Via Lattea, la nostra Galassia.

Luglio rappresenta una buona occasione anche per chi vuole dedicarsi all’osservazione delle meteore, dato che aumenta il numero degli sciami e delle stelle cadenti stesse, come spiega Enrico Stomeo della Sezione di Ricerca “Meteore” dell’UAI. Le regioni di cielo più attive sono quelle eclitticali del Sagittario, Aquila, Capricorno e Aquario. In particolare, sarà possibile puntare gli occhi, vista l’assenza della Luna, sulle Pegasidi (con picco il 10 luglio), giovane sciame minore di velocissime meteore di cui non si conosce l’origine, sulle Capricornidi, il cui picco è previsto nella notte tra l’11 e 12 luglio e tra il 12 e 13 luglio, con spettacolari meteore lente e brillanti. Favorevole all’osservazione quest’anno sarà pure la corrente delle Aquilidi (con picco il 17 luglio) che sembra irradiarsi da un’area tra lo Scudo e il confine orientale dell’Aquila.

Gli esperti dell’UAI segnalano inoltre la cometa C/2017 K2 PANSTARRS, visibile per tutta la nottata nella costellazione di Ercole e – tra gli asteroidi – (6) Hebe, nella costellazione dell’Aquila, osservabile con un binocolo o con piccoli telescopi, e (12) Vittoria, sempre nella costellazione dell’Aquila. Alzando gli occhi al cielo potrebbe, infine, capitare di osservare le processioni di satelliti Starlink, generalmente visibili a occhio nudo o, nella maggior parte dei casi, col binocolo in determinati momenti della notte. Numerose sono le segnalazioni di avvistamenti visuali, nonché le foto segnate dalla ormai tipica “strisciata” di questi satelliti, che tanto preoccupano gli astrofili.

Crediti foto: Franco Silvestrini

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