Astrofili, lottiamo per salvare il… “nostro” buio !

Qualche giorno fa mi è capitata sott’occhio una delle ormai tante immagini notturne dell’Italia vista dallo Spazio, in questo caso ripresa dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che ha ospitato negli ultimi anni e ospiterà più volte anche astronauti italiani (Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti, di nuovo Paolo Nespoli nel 2017).

Sono rimasto però sorpreso dalla risoluzione veramente elevata di questa immagine (della quale riportiamo in testata di articolo una porzione) che consente di apprezzare dettagli generalmente non riconoscibili. In basso a destra, in particolare, è facilmente riconoscibile tutta l’area metropolitana di Roma e i Castelli Romani, dei quali si individuano le macchie luminose corrispondenti a praticamente tutti i vari centri storici.

La prima riflessione che si può fare guardando questa – peraltro spettacolare – fotografia è che fare gli astrofili “praticanti”, o semplicemente guardare il cielo in quasi tutta la provincia di Roma è davvero un’impresa ormai quasi disperata !

E questo nonostante la tecnologia (le CCD) ci venga in parte in soccorso, così come gli strumenti normativi di tutela, quali la legge regionale Lazio 23/2000 (tanto desiderata dagli astrofili del Lazio e poi… quasi dimenticata !).

L’ATA è da sempre impegnata sul fronte della lotta all’inquinamento luminoso, fin dal 1997, allorquando uno studio calato proprio sull’area della provincia di Roma Sud evidenziò l’area centrale del Parco regionale dei Castelli Romani come una di quelle più adatte, compatibilmente con la vicinanza della Capitale, a realizzare un Osservatorio Astronomico.

E, in effetti, poco più di tre anni dopo, nacque l’Osservatorio “Franco Fuligni” !

In questo senso l’immagine proposta, se da un lato conferma i Pratoni del Vivaro (evidenziati nel cerchio rosso, sempre in basso a destra !) come una delle ormai pochissime “oasi di buio”, relativamente estese, nel raggio di 50 Km dal centro di Roma, dall’altro lato conferma “drammaticamente”  la necessità di preservarla, in quanto tale, e di difenderla dall’assedio della “marea luminosa” della metropoli e del relativo, amplissimo, hinterland.

Se in realtà molto si può fare per ridurre, anche nelle aree urbane, il livello di luminanza artificiale del cielo, ancora di più si può fare per difendere la magnitudine 4,5 che tutt’oggi, nonostante tutto, si riesce ad osservare in una notte tersa ad occhio nudo dal nostro Osservatorio. E molti si ricordano come, quindici anni fa, si riuscisse ad arrivare anche alla quinta magnitudine nonché a distinguere con facilità tutto l’arco della Via Lattea, cosa che oggi risulta ben più difficile.

Perdere la visione naturale del cielo stellato non è un “inevitabile effetto collaterale del progresso”. Tutt’altro !

Il progresso vorrebbe, invece, che quanto prima si possa arrivare al 100% di impianti di illuminazione (pubblici e privati) energeticamente efficienti e che restituiscano il giusto livello di luminanza rispetto alle reali necessità.

Cominciamo, davvero, a pretenderlo a partire dalla “nostra” oasi di buio, difendendola e salvando così la possibilità – per TUTTI – di godere di un bel cielo stellato, uno dei panorami naturali che da sempre affascina l’uomo, senza essere costretti ad “emigrare” su montagne lontane o luoghi disabitati…

 

Luca Orrù

Presidente ATA

 

 

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